Nel 1918, D’Annuzio, dagli spalti della Città del Silenzio, nei suoi abiti di lino borghese stirato e inamidato vede “e il Mar biancastro, e l’Elba e l’Arcipelago selvaggio.” E la distanza che separa il poeta dalle isole, lontane all’orizzonte, è la stessa che separava Gauguin dalla mitica Tahiti.
Nel 1924, lo scrittore Aldous Huxley, ammira il paesaggio elbano e vi percepisce il respiro della storia e della mitologia.
“Una nuvola di fumo saliva nel blu, bianca contro il sole e poi più scura, quasi grigia, attraverso il colore delle pieghe ombrose di un abito da sposa. In primo piano, sulla destra sorgeva un’alta casa rosa, che splendeva come un geranio, nella luce del sole. C’era materia per una Madonna con un corteo di angeli e di santi; o per una scena di storia troiana; o una crocefissione o uno dei piccoli amori di Giove tonante. Il suolo era mediterraneo, un pezzetto di riviera completamente circondato dall’acqua. In una parola, l’Elba. Le colline si tuffavano in una baia che faceva una curva elegante, piena di mare luminoso, azzurro intenso. Sul promontorio, ad una estremità della baia, Portoferraio era una cascata di stucco dipinto. Ai suoi piedi un porticciolo irto di alberi di nave”.
Un altro grande scrittore viene catturato dal selvaggio paesaggio minerario e marinaro del borgo di Rio Marina che per alcuni aspetti gli ricordava il suo Galles. Dylan Thomas che trascorse all’Elba un periodo nell’estate del 1947, mentre lavorava al suo “In country sleep”, consigliato dall’amico letterato, scrittore e traduttore riese, Luigi Berti. In una lettera Thomas descrisse così l’Elba e il paese di Rio Marina: “Fortunato Napoleone! Questa è un’isola bellissima e Rio Marina è il paese più incredibile […]”. Lo scrittore gallese definì “bellissimi” i bagni fatti sull’isola e apprezzò anche il liquore locale.
Anche in epoca contemporanea sono molte le pagine ispirate dai paesaggi e dalla storia elbana. La scrittrice americana Joanna Scott, candidata al Premio Pulitzer, appassionata di escursionismo, ha trascorso vari periodi all’Elba tanto da restarne affascinata e da dare ad uno dei suoi romanzi più noti il titolo di un prezioso minerale elbano la “Tormalina”. Ma anche le pagine del suo romanzo sono ricche di descrizioni dei luoghi elbani con riferimenti anche alla presenza di Napoleone sull’isola.
L’Elba ha nutrito anche giornalisti e scrittori come Raffaello Brignetti, a cui è dedicato l’omonimo Premio Letterario Internazionale, che, nato all’Isola del Giglio, è poi cresciuto sull’isola d’Elba fra le mura e il panorama di Forte Focardo e in seguito visse a lungo nella Torre degli Appiani di Marciana Marina. Il mare come elemento che contamina e unisce fu uno dei temi della sua scrittura.
Lo scrittore Ernesto Ferrero è un assiduo ospite dell’Elba e proprio fra le mura di Casetta Drouot a Poggio ha tratto ispirazione per il suo libro N, dedicato a Napoleone Bonaparte e ne ripercorre in forma romanzata l’esilio elbano.
Questi sono solo alcuni nomi di scrittori che hanno nutrito la loro ispirazione con i paesaggi incontaminati e le vicende storiche e più antiche dell’Isola.
C’è poi chi all’Elba, oltre a trovare ispirazione per la sua arte e la sua scrittura, ha deciso di mettere radici come l’artista, attore, cantante e scrittore Giorgio Faletti che aveva scelta Elba come sua dimora e ad essa aveva dedicato anche una canzone “Da casa mia si vede il mare”.
Ph: Roberto Ridi